tecnica & approfondimenti
Un po' di tecnica... Generalmente tendo a scrivere in modo che i nuovi concetti si poggino su altri già presentati negli articoli precedenti, in modo da semplificare la lettura: ma non considerate questi articoli come un corso di fotografia, considerateli più che altro come spunti per farvi venir voglia di leggere un vero libro di tecnica fotografica!
I suggerimenti per fotografare al meglio la neve ricadono in due macro-categorie: tecnica e preparazione. Glisso un attimo sulla parte tecnica, non perché non sia importante, ma perché d'inverno passano in secondo piano: già perché... Vi assicuro che se uscite di casa e l'unica cosa alla quale riuscite a pensare è quanto freddo sentite ai piedi o alle mani, state certi che non scatterete delle gran foto, o comunque non vi divertirete a farle.
Vi è mai capitato di stare all’aria aperta in una giornata soleggiata per molto tempo e poi (rimanendo all’aperto) provare a spostare lo sguardo verso l’interno di una stanza poco illuminata, magari attraverso una porta? Molto probabilmente avete visto un’ambiente completamente nero, come se fosse incredibilmente buio. Poi magari in questa stanza ci siete entrati e dopo qualche secondo di adattamento della vostra vista avete scoperto che in realtà la stanza è molto più luminosa di quanto sembrasse da fuori.
Nell'articolo precedente si è parlato di come l'esposimetro ragiona per arrivare a suggerire una triade di parametri (tempo, diaframma, ISO). In base a quanto detto, siamo giunti alla conclusione che in alcuni casi questo sistema, che funziona sulla base del grigio medio (o grigio 18%), a volte fornisce risultati errati che si traducono in fotografie troppo chiare o troppo scure. Questo perché non tutte le scene una volta "frullate" (se non fosse chiaro il termine "frullato" vi invito a leggere l'articolo sul concetto del grigio 18%) sono correttamente riconducibili al grigio 18%. Mi spiego con un esempio classico: immaginiamo di trovarci a fotografare una scena nella quale la maggior parte del fotogramma sia occupata da una distesa di neve. Questa scena contiene una grande quantità di zone chiare e di conseguenza, una volta frullata restituirà un grigio chiaro, molto più chiaro del grigio 18%.
Abbiamo parlato di diaframmi, ISO e tempi di scatto, modalità automatiche e modalità manuali/semimanuali. Ma vi siete mai chiesti come fa la macchina fotografica a scegliere la terna di parametri per avere un’esposizione corretta? Sulla base di cosa la vostra fotocamera decide che l’esposizione corretta è 1/250s, f/11, ISO 100 invece che, ad esempio, di 1/125, f/4, ISO 400?
La risposta a questa domanda non serve solo a soddisfare una semplice curiosità, ma diventa una delle chiavi per "entrare nella testa" della macchina fotograficha e riuscire a migliorare con consapevolezza i vostri scatti. Tutto ruota intorno ad un poco affascinante, uniforme e noioso grigio chiamato grigio medio o anche grigio 18% (che è quello che vedete nell'immagine di apertura di questo articolo)
Nell’articolo precedente abbiamo analizzato a fondo il significato del valore ISO e in cosa si traduce il cambio di sensibilità. Ma quello che non abbiamo trattato è la relazione tra valori alti di sensibilità e la presenza più o meno marcata del fastidioso rumore digitale. Alla luce di quanto detto nell’articolo precedente potrebbe sembrare che il discorso del rumore sia scollegato dal valore ISO, dato che abbiamo sottolineato più volte come la sensibilità sia solo questione di matematica. Il problema nel rumore, invece, nasce dal fatto che il sensore della fotocamera non deve rispondere solo alle leggi della matematica ma anche a quelle della fisica.
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