Scatti & Backstage
Ci sono posti che sono sempre fonte di ispirazione, uno di questi è proprio quello che si vede qui. Forse definirlo ispirazione non è corretto, è meglio chiamarlo una specie di "luogo speciale". Ho visto chissà quanti alberi, chissà quanti boschi e chissà quante strade che li attraversano ma credo che nessuno sia in grado di trasmettermi la tranquillità di questi 100 metri quadrati. Forse è perché considero i faggi degli alberi magnifici e qui ce ne sono parecchi di molto belli, o forse è perché è un piccolo angolo di bosco davvero ben curato.
Lo scorso weekend ho avuto la possibilità (e in un certo senso anche la fortuna, visto che fino a pochi giorni prima non ero a conoscenza dell'evento) di visitare il "Festival della fotografia etica" in quel di Lodi, un evento fotografico internazionale (quest'anno giunto alla quindicesima edizione) in cui alcuni luoghi sparsi per il centro cittadino diventano gallerie d'arte e mostre di fotografia documentaristica e di reportage. E' senza dubbio una mostra forte, sia per temi che per le immagini scelte: è forse la prima volta che ho capito davvero quanto una fotografia possa far pensare e riflettere, far vivere per un istante la vita di qualcun altro.
Premetto che questa fotografia è un'immagine a caso scattata con il cellulare qualche giorno fa durante una passeggiata nel bosco, è solo un pretesto per scrivere questo breve post.
E' da molto che non posto nulla e se in parte è dovuto alla mia cronica pigrizia, la realtà è che da quando ho completato il progetto fotografico che prevedeva una fotografia ogni giorno (poi tutte stampate e messe in un album fatto a mano) mi sono reso conto di aver perso lo "spunto fotografico". Ho passato un anno mettendo al collo la macchina fotografica ogni giorno e questo ha lasciato una sorta di segno, al punto che ora, quasi per 'overcompensazione' mi è totalmente passata la voglia di scattare.
365 giorni, 365 fotografie, una al giorno
Quando ho scattato la prima, il primo giorno di questo 2023, le speranze che avevo di portare a termine questo piccolo progetto fotografico il 31 Dicembre non erano molte: ero quasi certo che avrei terminato soggetti, ispirazione e motivazione nel giro di qualche settimana, mese al massimo.
E un po’, in effetti, è stato così: l’idea di scattare ogni giorno una fotografia “da incorniciare” ha iniziato a fare a pugni con la realtà praticamente fin da subito e così ho cambiato il punto di vista forse non solo su questo progetto fotografico ma sull’intera mia idea di fotografia.
Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna di trascorrere un paio di giorni in una baita in Alben, nei pressi della cima "Fratelli Cornetti" (nota anche come "Croce di Cornalba"), una zona che domina la Valle Serina e che permette di allungare lo sguardo fino alla pianura. Ricordo che molti anni fa ho trascorso proprio nello stesso luogo la notte di Capodanno e lo spettacolo di vedere le luci dei paesi e delle città e i fuochi d'artificio fino in pianura è stato impagabile (link all'articolo, sono già passati 10 anni 😱).
Da qualche mese ho nel mio 'arsenale fotografico' un drone, un piccolo drone direi. Ho la fortuna (grazie Giulia grazie Marco) di poter far volare un DJI Mini 2 che con i suoi 249 grammi è uno dei droni più performanti in circolazione per questa fascia di peso. Sono sincero: magari è perché sto diventando vecchio e questo mi rende meno avvezzo alle novità, ma è un oggetto il cui uso mi sottopone varie sfide, sfide che probabilmente in passato non avrei nemmeno notato (mi piace pensare che sia esperienza nel notarle e non pura e semplice vecchiaia 😅).
Prima fra tutte è la necessità di pensare in modo completamente diverso: l'illusione di portare l'esperienza fotografica a bordo del drone è, appunto, un'illusione o quasi. Dico questo perché potersi muovere su tutti gli assi per scattare una fotografia (sinistra/destra, su/giù, avanti/indietro) è una cosa che se da una parte apre un mondo di nuove possibilità dall'altra è destabilizzante e rende meno istintiva la composizione degli scatti.
Pubblico questo post a grande distanza temporale dall'ultimo e la cosa, ora che ci sto lavorando, mi sembra davvero strana visto che nell'ultimo periodo ho lavorato al sito e mi sono immerso nella fotografia più di quanto abbia fatto almeno negli ultimi 2/3 anni.
Per quanto riguarda il sito l'ho praticamente rifatto da zero, trasferendo i contenuti precedenti e la maggior parte delle parti grafiche dalla versione vecchia a quella nuova. Il motivo di questo rifacimento è stato puramente tecnico: il CMS del sito (il sistema di gestione dei contenuti) necessitava di un importante aggiornamento, motivo per il quale ho colto l'occasione per fare pulizia e ripartire da zero.
Ammetto che non ho fatto un controllo approfondito, ma questa credo sia la prima fotografia per la quale ho chiesto il permesso prima di premere il pulsante di scatto. E' forse anche per questo che è diventata, almeno 'a caldo', una delle fotografie alla quale sono particolarmente legato, una fotografia che sento mia per averla in un certo senso cercata.
Di solito per me andare in montagna significa alzarsi presto, fare parecchi km in auto, pagare un parcheggio e iniziare a camminare.
Il fatto di svegliarsi alle 8 senza un programma, decidere in quattro e quattr'otto di mettere gli scarponi, mettere un panino nello zaino e partire seguendo il sentiero che inizia dietro casa ha un nonsoché di liberatorio.
Ho avuto la possibilità di passare una bella domenica a Sirmione, la famosa città che si sviluppa su una sottile striscia di terra nella parte meridionale del Lago di Garda.
Il piacere di una passeggiata mattutina in questo sabato di metà Aprile durante il quale la primavera si sta affacciando su Serina con il suo verde brillante, il giallo acceso e il azzurro profondo. Il sentiero H04 è uno dei percorsi più belli attorno a Serina: semplice e incredibilmente panoramico: è un complemento perfetto alla Pasqua ormai alle porte. Quel senso di rinascita, di freschezza, di gioia, di ciclicità delle cose, è tutto lì in quei fiori, quegli alberi che mettono le foglie al termine dell'inverno, quel cielo e quelle nuvole che sembrano più leggere del solito.
Due immagini in una settimana, apparentemente quanto detto nell'ultimo post ha una certa base di realtà! Oggi sono uscito a fare due passi con l'idea di vedere se c'era qualcosa da fotografare. Sono uscito senza attese particolari e senza idee. Mi sarebbe stato bene persino tornare a casa senza nemmeno aver tolto il tappo dall'obiettivo.
Mi scoccia quasi un po' finire a scrivere sempre delle banalità su queste pagine, ma c'è una linea piuttosto sottile tra il sapere una cosa e il capirla, così come è sottile la linea tra il guardare e il vedere. Sfortunatamente per voi, spesso quando scrivo qualcosa è perché ho appena oltrepassato quella linea.
Faccio una grande scoperta nel dire che «la passione per la fotografia deve essere coltivata?» Direi proprio di no, in confronto la scoperta dell'acqua calda è una vera rivoluzione.
Ultimo articolo dell'anno (credo): un paio di foto scattate durante una passeggiata sulla ciclabile della Valle Brembana, in zona San Pellegrino Terme. Queste foto, scattate in un periodo di bilanci (la fine dell'anno è un po' così per tutti, non dite di no), mi fanno pensare a come sia cambiato il mio modo di fotografare, di approcciarmi alla fotografia.
Sono passati pochi giorni da quando ho parlato di tramonti a Costa Serina ed eccomi qui a vedere un altro tramonto, al termine di un pomeriggio sul Monte Poieto (a pochi chilometri da dove sono state scattate le fotografie del post precedente). Il monte Poieto è sempre una destinazione interessante perché nonostante la sua quota non particolarmente elevata e la facilità con cui è possibile raggiungere la vetta, la sua posizione rispetto alle altre montagne e alla pianura è strategica. Il Poieto è praticamente un balcone sulla pianura attorno a Bergamo, a cavallo tra Valle Brembana e Valle Seriana.
Sono pigro, in un certo senso lo sono sempre stato, ma ultimamente più del solito, quindi per questo articoletto riciclo un pensiero che ho postato su Facebook e che trovate qualche riga sotto. Quello che vi dico ora è che ho avuto la fortuna di poter passare a Roma un paio di giorni (la visita si è ridotta ad un pomeriggio/sera), quelle che trovate qui sono le fotografie che ho scattato: ovviamente il livello è quello da "turismo spinto", con la macchina fotografica al collo per fotografare tutto senza una particolare logica :)
«Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. E’ un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti» - Alessandro Baricco, Oceano Mare
Abito a Serina, paese dai mille lati positivi ma che tra essi, purtroppo, non offre quello di essere un buon posto per vedere i tramonti. E' forse per questo che il fatto di lavorare spesso in pianura mi porta a rimanere sempre colpito quando la mattina o la sera ci si trova di fronte a quel bel cerchio perfetto poco sopra l'orizzonte: è sempre un momento quasi... Mistico.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
Sostieni il sito