Perché vi ho parlato della lunghezza focale/angolo di campo come elemento che influisce sul mosso? Immaginatevi ancora seduti su quella panchina a cui accennavo prima. Supponiamo che stiate ancora montando l’obiettivo da 200 millimetri, quello che vi permette di vedere solo una finestra. State tenendo la macchina fotografica in mano, quindi senza cavalletto. Sono abbastanza sicuro che la visione che avete nel mirino non sarà fissa e stabile, ma noterete un certo tremolio dovuto al vostro movimento (un po’ come capita quando guardate attraverso un binocolo).
Questo perchè state operando con un angolo di campo molto ristretto, un piccolo movimento della macchina fotografica causerà una grande differenza in ciò che state inquadrando. Se invece di usare il 200 millimetri, fotografate a 18 millimetri (la lunghezza focale che vi permette di vedere tutto il palazzo), il problema del tremolio sarà molto più ridotto. Questo perchè, a 18 millimetri avete un angolo di campo molto esteso e di conseguenza un piccolo movimento della mano, non genererà una grande differenza per quanto riguarda quello che state inquadrando. Quindi, riepilogando, la possibilità di ottenere fotografie mosse aumenta con la lunghezza focale. Maggiore è la lunghezza focale, maggiore è la possibilità di ottenere fotografie mosse. Come regolarsi allora? E’ semplice e qui torniamo a parlare dei tempi di scatto. Più aumenta la lunghezza focale, più il tempo di esposizione deve essere breve (proprio per "congelare" il movimento dell'obiettivo). Come calcolare il tempo di scatto di scatto che possiamo considerare “di sicurezza”? Possiamo utilizzare una formula che può restituire un valore abbastanza significativo:
tempo di sicurezza=1/(lunghezza focale*fattore di crop)
Allora... Per calcolare questo valore, come potete vedere, ci servono due informazioni, uno che conosciamo già, ossia la lunghezza focale, e il fattore di crop. Ora non sto a spiegarvi che cosa sia in dettaglio cosa sia il fattore di crop e che conseguenze abbia, perché complicherebbe le cose più di quanto sia necessario ora. In ogni caso è un valore che dipende dalle dimensioni del sensore della vostra macchina fotografica. Se è un sensore full-frame, il fattore di crop varrà 1, mentre se il vostro sensore è un APS-C potete usare un valore medio del fattore di crop (infatti ci sarebbero alcune diffenze a seconda della marca del corpo macchina) di 1,5. Questo semplificherà i calcoli, e vi assicurerà dei tempi di scatto sicuri. Se state leggendo questo articolo direi che è abbastanza probabile che la vostra fotocamera reflex abbia un formato APS-C, infatti, le macchine con sensori full frame sono generalmente appannaggio dei professionisti oppure di amatori molto appassionati, direi che è piuttosto raro che una persona “digiuna” di fotografia acquisti direttamente una macchina con sensore full frame.
Facciamo ora un esempio di calcolo del tempo di scatto di sicurezza, giusto per chiarire le idee. Supponiamo di voler scattare una fotografia con un obiettivo a 180mm, utilizzando la nostra macchina fotografica con sensore APS-C.
tempo di scatto = 1/(180*1.5)= 1/270
Abbiamo ottenuto un tempo di scatto di sicurezza pari a 1/270 di secondo. Ovviamente questo valore non è presente tra quelli che si possono impostare sulla macchina fotografica. Dobbiamo quindi arrotondare al tempo di scatto disponibile più vicino. Possiamo arrotondare questo valore per eccesso o per difetto e per capire cosa fare bisogna fare qualche prova. Se scoprite di essere abbastanza “fermi di polso” potete arrotondare usando tempi più lenti, se tremate un pochino, arrotonderete verso tempi più veloci. In dettaglio: il risultato che abbiamo ottenuto di 1/270 non è impostabile, potremo quindi scegliere tra 1/250 o 1/500. Se siamo abbastanza “fermi” potremo scegliere 1/250, altrimenti dovremo ripiegare su 1/500. Questo valore è solo un riferimento, nel senso che potrete usare un tempo qualsiasi tra quelli più rapidi del tempo di scatto. Se, ad esempio, avete stabilito che il vostro tempo di scatto di sicurezza a 180 mm è di 1/250 di secondo (vedi tabella sotto), potrete utilizzare 1/250, 1/500, 1/1000, 1/2000 e via così.
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Sequenza tempi di scatto |
1/30 |
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1/60 |
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1/125 |
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Tempi di scatto utilizzabili |
1/250 (tempo calcolato) |
1/500 |
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1/1000 |
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1/2000 |
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1/4000 |
Ovviamente il tempo di scatto che abbiamo calcolato può subire delle variazioni, a seconda della vostra mano, e a seconda della vostra macchina fotografica. Per valutare “la stabilità” della vostra mano, non c’è altra strada che fare una serie di prove e capire autonomamente che modifiche fare alla formula per il calcolo. Per quanto riguarda la macchina fotografica, invece basta leggere le istruzioni.
Mi spiego meglio: le macchine fotografiche (o gli obiettivi) spesso integrano dei dispositivi che hanno la funzione di ridurre gli effetti del tremolio delle vostre mani. Ad un certo punto del manuale di istruzioni, troverete un paragrafo che parla delle “performances” di questo dispositivo (detto stabilizzatore). Se ad esempio troverete scritto che il dispositivo di riduzione delle vibrazioni vi permette di recuperare 3 stop, vorrà dire che potrete scendere di 3 “scalini” nella sequenza dei tempi rispetto al tempo di scatto che avete calcolato. In altre parole (e più precise) potrete raddoppiare per tre volte il tempo di scatto. Il nostro tempo di scatto "di sicurezza" a 180 mm abbiamo calcolato essere 1/250 di secondo. Bene se il nostro manuale ci dice che possiamo recuperare 3 stops, raddoppiamo tre volte il nostro valore. Passiamo da 1/250 a 1/125, da 1/125 a 1/60 e da 1/60 a 1/30 (se la matematica di questi passaggi non è chiara, o vi ha confuso, vi consiglio di riguardare le prime pagine del libro, in cui si parla di frazioni). Anche in questo caso vi consiglio di fare sempre delle prove, potreste ottenere delle foto mosse a tempi considerati di sicurezza, oppure potreste scoprire che il vostro “stabilizzatore” funziona meglio di quanto vi dice il manuale.
Saper stimare il “vostro” tempo di scatto di sicurezza (considerando anche la vostra macchina fotografica) è una cosa molto importante, oppure rischierete di portare a casa una serie di foto mosse senza magari capirne il motivo.. In aggiunta a tutto questo, credo sia questo il momento di parlare della postura quando scattate fotografie. Si perché, avere una postura sbagliata significa essere poco stabili e di conseguenza aumentare il rischio di foto mosse. Quando scattate fotografie, tenete la macchina fotografica (sto parlando di fotocamere reflex, o con un corpo simil-reflex) con la mano destra, tenendo l’indice sul pulsante di scatto, il pollice sul retro del corpo macchina e tutte le altre dita intorno all’apposito “supporto”, in modo da avere una presa stabile. La mano sinistra invece sostiene da sotto la vostra macchina fotografica, usando pollice e indice per ruotare le ghiere dell’obiettivo. Bene questo è tutto per quanto riguarda le mani. Per quanto riguarda le braccia invece devono sempre essere tenute aderenti al corpo (mai fotografare con i gomiti alti). Le gambe dovrebbero essere leggermente divaricate (grossomodo i piedi devono essere alla larghezza delle spalle). Inoltre, portare la fotocamera davanti al viso per guardare attraverso il mirino è un ulteriore vantaggio, infatti avere un appoggio ulteriore ridurrà ancor di più il rischio di mosso. C’è un’ultima cosa da ricordare, se volete essere proprio precisi: prima di scattare “buttate fuori” tutta l’aria che avete in corpo.
Seguendo questi piccoli trucchetti dovreste riuscire a “migliorare” i vostri tempi di sicurezza. Ovviamente se possibile e necessario appoggiatevi ad eventuali supporti, pareti etc oppure sdraiatevi in modo da essere ancora più stabili.