Paesaggi
Ci sono posti che sono sempre fonte di ispirazione, uno di questi è proprio quello che si vede qui. Forse definirlo ispirazione non è corretto, è meglio chiamarlo una specie di "luogo speciale". Ho visto chissà quanti alberi, chissà quanti boschi e chissà quante strade che li attraversano ma credo che nessuno sia in grado di trasmettermi la tranquillità di questi 100 metri quadrati. Forse è perché considero i faggi degli alberi magnifici e qui ce ne sono parecchi di molto belli, o forse è perché è un piccolo angolo di bosco davvero ben curato.
Di solito per me andare in montagna significa alzarsi presto, fare parecchi km in auto, pagare un parcheggio e iniziare a camminare.
Il fatto di svegliarsi alle 8 senza un programma, decidere in quattro e quattr'otto di mettere gli scarponi, mettere un panino nello zaino e partire seguendo il sentiero che inizia dietro casa ha un nonsoché di liberatorio.
Il piacere di una passeggiata mattutina in questo sabato di metà Aprile durante il quale la primavera si sta affacciando su Serina con il suo verde brillante, il giallo acceso e il azzurro profondo. Il sentiero H04 è uno dei percorsi più belli attorno a Serina: semplice e incredibilmente panoramico: è un complemento perfetto alla Pasqua ormai alle porte. Quel senso di rinascita, di freschezza, di gioia, di ciclicità delle cose, è tutto lì in quei fiori, quegli alberi che mettono le foglie al termine dell'inverno, quel cielo e quelle nuvole che sembrano più leggere del solito.
Sono passati pochi giorni da quando ho parlato di tramonti a Costa Serina ed eccomi qui a vedere un altro tramonto, al termine di un pomeriggio sul Monte Poieto (a pochi chilometri da dove sono state scattate le fotografie del post precedente). Il monte Poieto è sempre una destinazione interessante perché nonostante la sua quota non particolarmente elevata e la facilità con cui è possibile raggiungere la vetta, la sua posizione rispetto alle altre montagne e alla pianura è strategica. Il Poieto è praticamente un balcone sulla pianura attorno a Bergamo, a cavallo tra Valle Brembana e Valle Seriana.
Un'uscita inaspettata in questo Agosto 2021. Dico inaspettata perché fino al giorno prima di esserci stato, non sapevo nemmeno dell'esistenza di questi "Laghi di Cardeto".
Questi piccoli e graziosi laghi alpini naturali, situati in valle Seriana nella zona di Gromo, sono raggiungibili attraverso il sentiero CAI 233/233A che, dopo una prima parte in un bel bosco di pini e faggi, permette di attraversare una vallata incredibilmente aperta e con un panorama magnifico sulle cime più alte delle Orobie.
Era da un po’ che non andavo in Alben, almeno non zaino in spalla con l’obiettivo di passare una giornata tra i sentieri della ‘mia montagna di casa’.
Ecco quindi che sfruttando la combinazione miracolosa tra giornata di ferie (grazie San Gottardo) e la giornata di sole, ho messo un paio di panini nello zaino e mi sono incamminato.
Sono partito da Serina, prendendo il sentiero direttissimo (502 CAI) che porta prima sulla pista di Valpiana e poi su, dritto per dritto, fino al passo Sapplì. Ho visto spesso questa piccola radura, ma credo che tra tutte questa sia stata la volta in cui l'ho vista con l'abito migliore: un abito fatto di macchie di neve, tappeti di fiori ed una luce limpidissima.
Ammetto che volevo intitolare questo articolo "snow flames", ma mi sono reso conto che era uno di quei classici casi in cui si usa l'inglese senza motivo, solo perché 'fa figo'. Quindi ecco un po' di orgoglio italiano in questo ossimoro che ben descrive la prima cosa a cui ho pensato quando ho visto la scena che ho fotografato mentre stavo andando al lavoro.
La mia passione per la fotografia, così come praticamente tutte le mie passioni è decisamente altalenante: posso non toccare una macchina fotografica per settimane, poi scatta una molla e allora per un po’ “riaffondo” in questo mondo.
Inverno a Serina: questa volta è arrivato davvero. E' facile vedere un po' di ironia in questa neve arrivata a inizio Dicembre, in un momento dove la gente non può sciare, non può andare in vacanza e non può nemmeno spostarsi troppo. Ma ancora una volta (scusate la banalità) la natura è come se ci mostrasse un bel cartello con disegnato un dito medio e scritto che se ne sbatte altamente di quello che il genere umano pensa e dei suoi programmi...
Alcune fotografie scattate oggi durante una camminata sul sentiero che da Fuipiano porta sul monte Resegone, in una giornata di foglie gialle, autunno, freschetto e nebbia
Poco prima (o poco dopo, non ricordo) aver scattato questa fotografia, stavo scherzando con i miei compagni di camminata riguardo al fatto che sembrava di essere all'interno dello wallpaper di Windows XP, ma con la nebbia. Se avete capito al volo di quale immagine sto parlando, significa che anche voi avete vissuto già un certo numero di primavere; ma se così non fosse (perché avete avete una cattiva memoria o siete troppo giovani, maledetti) allora qui potete capire meglio a cosa mi sto riferendo.
E' circa mezzogiorno, in tavola c'è già la polenta.
Guardo fuori dalla finestra e vedo verso nord-est uno sprazzo di cielo blu. La cosa un po' mi sorprende perché è da un paio di giorni che il cielo sta buttando giù secchiate d'acqua... Ma non ci faccio troppo caso e assalto la polenta.
La cometa Neowise (meglio nota come C/2020 F3) è la compagna dei più mattinieri in questa prima parte di Luglio. Non che io sia un mattiniero, ma non potevo perdermi questo spettacolo del cielo.
Non ricordo molti dei disegni che ho fatto quando ero piccolo, non ho mai avuto un grande rapporto con i pastelli, i pennarelli e tutto il resto; ma senza dubbio uno di quelli che ricordo è quello che avevo realizzato per la cometa del 1997, la famosa Hale-Bopp. Ricordo persino di aver attaccato quel disegno alla porta di camera mia… Non ricordo di aver mai appeso nient’altro.
C'è una cosa che rende le domeniche diverse dagli altri giorni. Una cosa che mi fa arrabbiare, non perché sia una cosa negativa in sé stessa, ma perché questa cosa non dovrebbe essere una peculiarità delle domeniche: la domenica ci si guarda intorno.
E' esattamente quanto è successo nel momento in cui sono passato davanti alla finestra del salotto e guardando distrattamente attraverso i vetri ho visto la cima del Monte Castello leggermente innevata ed abbracciata dalle nuvole, in un modo che non solo mi è sembrato particolarmente delicato, ma anche visivamente bilanciato: una buona ricetta per una fotografia.
Buona la prima sarebbe il commento più opportuno a questo scatto che ritrae una Rosa Arancione che sbuca da un sottile strato della prima neve caduta di recente a Serina. Già, perché dopo aver visto questa rosa e aver recuperato cavalletto e macchina fotografica mi sono reso conto che, complice anche il freddo, la batteria era scarica: quindi ho letteralmente avuto solo un tentativo per scattare questa immagine.
Dopo un paio di giorni veramente pessimi dal punto di vista meteorologico è bello tornare a vedere il sole, il cielo azzurro e quello che resta dei colori d'autunno.
Considerate anche le previsioni, oggi non mi sarei mai aspettato di togliere la macchina fotografica dalla borsa eppure, in un instante in cui ho visto l'intero Alben tingersi di un giallo intenso, con la coda dell'occhio ho potuto scorgere a nord-ovest una pianta quasi "in fiamme" da tanto erano accesi i colori. Le foglie rossastre, illuminate da una luce praticamente parallela al suolo ed attraverso una leggera foschia, sono rimaste così meravigliosamente vivide giusto il tempo necessario per prendere il cavalletto, montare la Pentax K3, il 70-200, mettere a fuoco e impostare l'autoscatto di 30 secondi, prima di spegnersi, proprio come un falò immaginario.
Lo so lo so, questa storia del pubblicare foto degli stessi luoghi in stagioni diverse sta diventando ripetitiva, anche perché questa inquadratura autunnale di Serina l'avevo già postata su alcuni social l'anno scorso, ma, a dirla tutta, quell'immagine non mi convinceva, o quantomeno, non mi sembrava seguire gli standard delle altre fotografie che ho scattato da quel luogo in stagioni diverse. (A proposito di tali fotografie: le trovate QUI e QUI)
Sono un po’ metereopatico, nel senso più lieve del termine, s'intende... Non è che il brutto tempo automaticamente mi metta di cattivo umore però, facendoci caso, mi rendo conto che il Sole aumenta notevolmente le possibilità che affronti una giornata con un atteggiamento positivo.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
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