Scatti & Backstage

Alba a Città Alta - Bergamo
8s, f/8, ISO 200, 170mm

Questo potrebbe sembrare un titolo completamente scollegato dalla fotografia qui a fianco ed effettivamente, a voler essere sinceri un po' lo è, ma meno di quanto potrebbe sembrare.

No, "non perdiamoci" non è riferito al sistema viabilistico di Bergamo che rende incomprensibile la gestione dell'accesso a città Alta nei giorni festivi, talmente incomprensibile che anche se ti armi di calma e ti metti a cercare informazioni su internet su come ti puoi muovere in auto, alla fine ti arrendi e dici: "lascio l'auto in Città Bassa e amen". Il "non perdiamoci" si riferisce ad una finestra temporale, una particolare situazione che si verifica solo per pochi minuti ma che accade ogni giorno. Ma andiamo con ordine.

E' domenica, le previsioni viste il giorno precedente danno bel tempo con un certo margine di sicurezza, l'occasione perfetta per uscire a fare qualche fotografia. Svegliarsi presto non è un problema quando si tratta di andare a far fotografie, tanto che più volte il sonno viene interrotto da degli improvvisi sussulti: "sono in ritardo!" Poi mezzo assonnato guardo la sveglia e sono le due o le tre e diciotto... Torna a dormire pirla!

Sta di fatto che quando la sveglia suona sono le 4.45. Tempo di rendermi conto di essere sulla Terra e subito guardo fuori. Nemmeno una stella, doh! Le nuvole sembrano farla da padrone, ma poi guardando bene, una stellina verso nord-ovest fa capolino in un angolo di nubi meno dense. E' il segno! Forse le previsioni sono giuste... Così salto in macchina e parto in direzione di Bergamo city.

Arrivo ad Almè e mi rendo conto che è necessario attivare i tergicristalli: "maledetta stella portatrice di false speranze!" Ma non è così, questione di pochi minuti e la pioggerella si ferma. Arrivato a Bergamo percorro in auto il sentierone dalla stazione verso Piazza della Libertà. Non mi è mai capitato di non incontrare nemmeno un auto lungo tutto questo viale... Beh dopotutto è domenica mattina e mancano pochi minuti alle 6, la gente dorme.

Lasciata la macchina e salito a piedi verso Porta san Lorenzo inizio a percorrere le mura. L'idea è di arrivare a Porta S.Alessandro e lì vedere un po' "l'ispirazione": salire verso S.Vigilio o andare in zona Borgo Canale. Ma come spesso accade la risposta è la C, nè S.Vigilio nè Borgo Canale. Imbocco una via (del quale non ricordo il nome) che resta più in alto rispetto a Borgo Canale, offrendomi una visuale migliore sulle mura e su Città Alta stessa. Dopo tutta questa cronaca è il momento di spiegare il titolo di questo post.

Ho scattato la prima di queste fotografie all'incirca alle 7.10. Considerata la data di oggi e la mia posizione, questo orario è grossomodo lo spartiacque tra "l'heur bleu" e la "golden hour". Questi due nomi sono i nomi di due momenti nei quali la luce è in grado valorizzare qualsiasi panorama. Proprio come un bel vestito indosso ad una ragazza questi "vestiti di luce" vanno ad impreziosire i luoghi che ci si trova davanti, rendendoli più attraenti e più "magici". 

Passando da una visione "poetica" ad una più pratica, "l'heur bleu" e la "golden hour" sono frutto della reciproca posizione di Terra e Sole e dall'esistenza dell'atmosfera terrestre. La luce che illumina il nostro cielo quando il Sole è ancora molto sotto l'orizzonte crea il blu mentre la luce ambrata della "golden hour" è dovuta ad un fenomeno di rifrazione che blocca le componenti della luce con lunghezza d'onde "brevi". Quindi passano i colori dal giallo al rosso e vengono bloccati i colori dal violetto al verde.

Cosa c'entra tutto questo con il "non perdersi"? C'entra c'entra eccome. "L'heur bleu" e la "golden hour" identificano dei momenti che hanno anche degli altri nomi: rispettivamente "crepuscolo nautico" e "crepuscolo civile". Il crepuscolo civile si chiama così perché sta ad indicare che in questa finestra di tempo inizia ad esserci una luce sufficiente per svolgere attività all'aperto senza dover utilizzare luci artificiali (il Sole si trova tra l'orizzonte e i sei gradi sotto ad'esso). Quando ho fatto la patente (non so sinceramente se le leggi sono ancora quelle o sono cambiate) sul libro della teoria c'era scritto che i fari sono da accedere mezz'ora dopo il tramonto e si possono spegnere mezz'ora prima dell'alba. Queste mezz'ore, trovano la loro logica di esistenza proprio nel concetto di "crepuscolo civile".

Il crepuscolo nautico (il Sole è tra i -6 e i -12 gradi sotto all'orizzonte) invece è quello che la mattina si verifica prima di quello civile e vede il dominare del colore blu. Questo crepuscolo deve il suo nome al fatto che nel passato questo era il momento più propizio per orientarsi in mare dato che la luce non era tanto forte da nascondere le stelle, ma contemporaneamente era sufficiente per scorgere anche l'orizzonte. Ecco spiegato il titolo: volendo fare un salto indietro nel tempo, nello stesso istante nel quale io ho portato all'occhio la macchina fotografia, nel passato centinaia di marinai portavano ai loro occhi all'unisono il sestante verificando la loro posizione. Evidentemente certi gesti sopravvivono al tempo ;)

L'ultima fotografia, quella con il Sole già sorto invece l'ho scattata dopo una specie di cronoscalata verso S.Vigilio. Percorsa a passo molto lungo la scaletta dello Scorlazzone, sono arrivato a S.Vigilio ma mi sono reso conto che la posizione era troppo elevata per uno scatto all'alba, o almeno non si adattava all'immagine che avevo in mente. Allora sceso da S.Vigilio verso Città Alta mi sono fermato fermato a metà strada tra il castello e porta S.Alessandro dove un paio di archi offrono un'ottima visuale sulla città.

Probabilmente si potrebbero avere scatti migliori con delle nuvole meno dense all'orizzonte, oppure con un fotografo più capace, ma sicuramente alzarsi ha portato delle soddisfazioni:)

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