Probabilmente dopo aver risparmiato per più o meno tempo, dopo aver girato tutti i negozi di materiale fotografico della zona, dopo aver finalmente deciso quale macchina fotografica acquistare, sicuramente avrete mostrato il vostro acquisto ai vostri amici/parenti. Sono quasi sicuro che una delle prime domande che vi sono state poste è “quanto zoom ha?”, domanda generalmente posta con tono di sfida, nella speranza che la loro macchina fotografica sia “più dotata” della vostra.
Voi, leggendo i dati dell’obiettivo, o ricordando le parole del commesso/a del negozio direte: "la mia macchina fotografica monta un 18-55” oppure "ho un 18-200” o altro, a seconda di cosa avete comprato. A questo punto il vostro interlocutore con sguardo perso vi dirà: “Si ma la mia macchina fotografica ha uno zoom 12X, e la tua?” Ora vi restano solo due possibilità: ripetere che montate un 18-55 oppure arrendervi e andarvene, aumentando l’autostima del vostro amico/parente. Ma non disperate, quando si parla “seriamente” di obiettivi, si parla come avete fatto voi e non certo come ha fatto il vostro interlocutore. Andiamo con ordine: supponiamo che, come ho detto, possediate un 18-55. Prima di tutto, cosa vuol dire 18-55? I numeri 18 e 55 sono delle misure espresse in millimetri, ma misure di cosa? Sono il valore della lunghezza focale. Cerchiamo di capire con un semplice disegno cosa sia la lunghezza focale.
La lunghezza focale è la distanza che si viene a creare tra il sensore (o la pellicola) della vostra macchina fotografica e la lente frontale dell’obiettivo.
NB: questa distanza è un valore assolutamente teorico che considera l'obiettivo formato da una sola lente (semplificazione utilizzata solo per chiarezza). Per gli obiettivi "reali" (formati da un sistema di più lenti), la lunghezza focale esprime la distanza tra il sensore ed il centro focale dell'obiettivo. - Ringrazio Christian per la precisazione
Nel caso dei 18 millimetri significherà che tra la lente dell’obiettivo e il sensore ci saranno 18 millimetri, ruotando la ghiera principale dell’obiettivo potrete andare a 55 millimetri; avrete quindi aumentato la lunghezza focale dell’obiettivo, ossia, lo ripeto, la distanza tra il sensore e la lente frontale. Se guardate nel mirino vi renderete conto che la visione è abbastanza diversa tra i 18 e i 55 millimetri. A 18 millimetri avrete una visione molto “panoramica”, nel senso che avrete una vista molto ampia. A 55 millimetri la vista sarà molto più ristretta, nel senso che vedrete solo una parte di quello che potreste vedere ad occhio nudo, e, ovviamente, lo vedrete più grande. Questa è quindi la prima conclusione che possiamo trarre da questo discorso sulla lunghezza focale. Non mettetevi a misurare il vostro obiettivo per vedere se misura davvero 55 millimetri, sicuramente scoprireste una misura diversa. Questo perché i 55 millimetri sono (come dicevo prima) una misura "teorica" calcolata su un obiettivo semplice e astratto, mentre quello che probabilmente avete tra le mani è composto da molte lenti all'interno che cambiano le cose.
All’aumentare della lunghezza focale, come dicevo prima, si ottiene una vista sempre più ristretta della scena che state osservando. Per essere più chiari, immaginatevi di essere di fronte ad un palazzo, stando seduti su una panchina. Se prendete la macchina fotografica e ruotate la ghiera dell’obiettivo a 18 millimetri, riuscirete ad inquadrare tutto il palazzo. Se aumentate la lunghezza focale a 55 millimetri, non vedrete più tutto il palazzo, ma la vostra visuale si restringerà solo ad un gruppo di qualche finestra. Supponiamo abbiate un altro obiettivo più lungo, ipotizziamo che arrivi a 200 millimetri. A questa lunghezza focale, pur restando sempre sulla panchina riuscirete a vedere solo una finestra, e magari vedrete anche l’interno della stanza... Penso che ora possiate iniziare a capire perché quelli che vengono normalmente chiamati “paparazzi” siano, nell'immaginario comune, fotografi con macchine fotografiche con montati obiettivi enormi. E’ proprio perché all’aumentare della lunghezza focale, aumenta la capacità di isolare i dettagli.
Vi faccio notare che non ho ancora parlato di “ingrandimento”, di “capacità di avvicinare” o di “2X”, “4X” o “12X” e via dicendo, come diceva il vostro amico/parente. Questo perché l’obiettivo non avvicina proprio niente e nemmeno ingrandisce gli oggetti. L’obiettivo aumenta o diminuisce la quantità di spazio che vedete attraverso il mirino della vostra macchina fotografica. Per dare un po’ di rigore a questa spiegazione, quello che ho appena definito “quantità di spazio che vedete attraverso il mirino” è quello che si definisce angolo di campo.
Quindi riepilogando quanto detto fino a qui possiamo dire che all’aumentare della lunghezza focale, diminuisce l’angolo di campo, ossia la capacità di isolare i dettagli. Vediamo di chiarire la questione con un disegno (quello qui a destra).
L'angolo di campo non è altro che l'angolo che si viene a formare tra due linee ideali che partono dal sensore della macchina fotografica e vanno a toccare la lente frontale dell'obiettivo in due punti diametralmente opposti (due vertici opposti della fotografia).
Ora che avete capito (spero) cosa è la lunghezza focale e l’angolo di campo possiamo tornare al discorso sul mosso causato dai movimenti del fotografo.