Scatti & Backstage
Le celebrazioni del Venerdì Santo a Serina sono senza dubbio quelle più sentite di tutto l'anno. Questo si nota non solo perché arrivano fedeli da tutte le comunità attorno, ma anche perché si vedono in chiesa persone che normalmente chiederebbero indicazioni su come raggiungerla. Battute a parte, in questa giornata si respira un mix di tradizione e fede che difficilmente si percepisce in altre «feste» religiose, nemmeno in quelle che, sulla carta, dovrebbero essere più «importanti» (parlo per esempio di Natale e Pasqua).
Le fotografie più belle spesso sono quelle che hanno un qualcosa da dire (e non solo in ambito giornalistico): il premio world press of the year, recentemente attribuito ne è la dimostrazione. Questa fotografia che ho realizzato e che contrappone Città Alta al buio (illuminata dalla Luna) a Bergamo Bassa accesa come un albero di Natale, prova a parlare dell'essenza di un bell'evento organizzato a Bergamo sulla scia di «M'illumino di meno», una grande campagna radiofonica promossa da Radio2 e supportata da vari enti ed istituzioni nazionali e non sul tema del risparmio energetico.
Fotografare un animale grande come una una Fiat Punto e che sta più fermo di un palo della luce non è un'impresa particolarmente ardua. Stando così le cose c'è poco da scrivere: questa fotografia l'ho realizzata a Serina, a due passi (anche meno) da casa mia puntando il 70-200 su un pino sul quale si era poggiata una coppia di aironi (aironi cenerini da quanto mi è stato detto). Non è inusuale vederli da queste parti, ma raramente mi era capitato di vederli fermi per un periodo sufficientemente lungo da permettermi di andare a prendere la macchina fotografica, avvicinarmi e tentare qualche scatto. Probabilmente il caldo Sole di quest'anomalo inverno ha giocato a mio vantaggio, i 24 megapixel della Pentax K3 che permettono un grande margine nel ritaglio hanno fatto il resto.
Non è sicuramente una gran fotografia, ma ho notato che spesso le fotografie che mi piacciono meno sono quelle che piacciono di più alle persone che passano da queste pagine quindi... Postare è gratis, no?
Avete provato ad ascoltare ad occhi chiusi le previsioni del tempo durante queste festività?
Non so se me ne sono accorto solamente io, ma ho sentito cose del tipo: «ancora brutte notizie per i prossimi giorni, bel tempo ed alta pressione ci accompagneranno fino a fine anno». Cosa?!?! Da quando il bel tempo è una cattiva notizia durante il periodo delle vacanze? Ovviamente i meteorologi sottointendevano l'attenzione all'inquinamento, ma tutta 'sta storia un sorriso me l'ha strappato.
Adoro il teleobiettivo ed adoro la Luna, quindi nulla di nuovo sotto il Sole (o meglio, la Luna). Considero il teleobiettivo “la mia lente” perché come uno scalpello permette di togliere tutto quello che non c'entra e lasciare solo quello che si vuole veramente, e più ci si spinge verso le lunghe focali più lo “scalpello” diventa preciso. Oltre a questo diventa molto facile giocare con la prospettiva, che, in fin dei conti, è ciò che ho fatto in questa fotografia.
Era da un po' che cercavo lo "spirito dell'autunno", forse questa volta l'ho trovato. Non so se sia riuscito a fotografarlo, ma almeno sono sicuro di averlo visto. Si perché l'autunno non è solo foglie rosse: l'autunno è un insieme di sensazioni, di atmosfere, di momenti. Una pianta con le foglie gialle può essere fotografata anche d'estate, basta non bagnarla... Ma l'autunno è difficile da racchiudere in uno scatto. Vedo mille fotografie dell'autunno ma in poche ci vedo davvero lo "spirito" di questa stagione. E' un po' come dire che pur guardando tante fotografie di una persona, solo in poche si può scorgerne la personalità: serve uno sguardo, un'espressione, un qualcosa che faccia scattare una molla che permetta di dire "ecco è proprio lui/lei".
Se dovessi dare un voto a questa fotografia probabilmente rimarrei nell’area del sei stiracchiato (per motivi che spiegherò dopo) ma se il voto fosse al divertimento nella realizzazione beh, è un 10 sicuro!
Non è la prima volta che mi cimento in un tentativo di scattare una fotografia “di congelamento”, ma questa volta l’ho scattata con due flash. E’ stato proprio questo il fattore che mi ha “tradito”.
L'alba a Bergamo è un po' come il tuo film preferito: l'hai già visto, quasi riesci ad anticipare le battute dei protagonisti, eppure...
Eppure ogni volta che lo riguardi cogli sempre un qualcosa di nuovo: l'espressione di un personaggio, una battuta sfuggita, una vista nuova su un paesaggio già visto. E' questo uno dei grandi punti di fascino della fotografia: ti porta a non fermarti al primo colpo d'occhio, spinge a riconsiderare sempre ciò che si ha davanti: le variabili sono tante, basta cambiarne poche per avere la fotografia "nuova" di un soggetto "vecchio".
Camerata Cornello è uno di quei luoghi dei quali spesso dimentichiamo l'esistenza (parlo di coloro che abitano in Valle Brembana o comunque in provincia di Bergamo) e che troppo frequentemente restano nella lista dei “luoghi che dovrei visitare, magari un giorno nel quale il tempo non è molto bello”.
Questo paese è un grazioso borgo medioevale che sorge nelle vicinanze delle rive del fiume Brembo, a metà strada tra San Giovanni Bianco e Piazza Brembana.
Salire fino alle "casere" del Monte Alben per fotografare soltanto un gatto è un chiaro indice che mostra come anche io sia stato irrimediabilmente deviato dai social network. Si perché ormai non è possibile scorrere i post di Facebook senza trovare qualche foto di un gatto ogni paio di minuti. Fotograficamente parlando, più in basso della foto del gatto c'è soltanto il selfie fatto con il bastone... Spero di riuscire a tenermi lontano almeno da quel punto di non ritorno!
E' la prima volta che vedo (e fotografo) Bergamo dal lato Est. Come da ogni altro punto d'osservazione, anche da questo non delude. Più precisamente mi trovavo in via Valle per lo spettacolo pirotecnico in borgo Santa Caterina in onore dell'apparizione della Madonna Addolorata avvenuta il 18 Agosto 1602. I fuochi sono stati sparati dallo stadio ad opera dell'azienda Gardin di Padova, che ha offerto uno spettacolo senza dubbio diverso da quelli che sono abituato a vedere in valle e dintorni. Avere a disposizione una struttura del genere apre ad ampie possibilità che sono state sfruttate davvero bene.
Il luogo dal quale ho scattato queste fotografie l'ho scelto semplicemente cercando un'idea su Google Maps ed arrivando in loco con largo anticipo; in questo modo ho avuto tempo di trovare un punto comodo e con una vista davvero bella. Mi sarebbe piaciuta un'angolazione che mi avrebbe permesso di allineare i fuochi a Città Alta, ma forse è andata meglio così: avere a destra le torri e tutta la pianura a sinistra è una soluzione che permette di avere un'immagine ancora più completa della città.
Come molti bergamaschi (e non) ormai sanno, Serina è terra natale di un importante pittore del Rinascimento Veneziano: Palma il Vecchio. Per chi non lo conoscesse, per inquadrare la levatura del personaggio è sufficiente sapere le sue opere sono oggi conservate in importantissimi musei e collezioni: dall'Ermitage di San Pietroburgo alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, passando per la Royal Collection del Castello di Windsor. E la lista è ancora lunga.
Questa sera, in quel di Valbondione la natura ha dato spettacolo: per 30 minuti (dalle 22:00 alle 22:30) circa 5 metri cubi d'acqua al secondo (stando ai dati di Wikipedia) sono precipitati per 315 metri suddivisi nei tre salti che compongono le famose Cascate del Serio. Secondo alcuni sono le più alte d'Italia, secondo altri sono al secondo posto, secondo altri ancora le cascate più alte sono da cercare altrove. A prescindere da questo discorso di numeri, ciò che è certo è che le Cascate del Serio sono davvero un qualcosa che merita la camminata per raggiungerle.
A volte capita di aver voglia di fare una fotografia senza però avere quella di sbattersi per farla: è in quel momento che nascono immagini come questa. Se l'amministrazione comunale di Serina ricevesse 1 Euro per ogni immagine scattata dallo stesso punto nel quale ho scattato questa fotografia, la strada del centro storico sarebbe lastricata con piastre d'oro. Si perchè il paese che vedete è Serina e l'immagine è stata scattata da una specie di terrazza che si trova a fianco della strada che porta verso Valpiana: un luogo che se potesse parlare direbbe "fai una foto, fai una foto!".
La parola chiave di questo scatto è: «luce morbida». Per i non addetti ai lavori quando si parla di luce morbida ci si riferisce ad una luce avvolgente, che crea poche ombre. Una luce di questo tipo la si può ottenere in due modi diversi: avvicinando molto la fonte di luce al soggetto oppure utilizzando una fonte di luce molto grande. Questa luce è il motivo per il quale ai fotografi piacciono tanto le finestre (specie quelle orientate a Nord) o per il quale spesso davanti ai flash vengono messi aggeggi vari quali ombrelli e softbox: tutte queste cose (insieme a molte altre) offrono questa tipologia di luce, molto ricercata soprattutto per i ritratti.
Ci sono vari motivi per il quale una fotografia può risultare piacevole: può essere graficamente accattivante, può essere l'immagine di un qualcosa intrinsecamente interessante oppure può raccontare una storia. Se per un attimo cedessimo alla tentazione di classificare quest'immagine come «interessante» (dubito lo sia, ma considerato il fatto che mi sono quasi preso l'influenza per realizzarla, non potevo non pubblicarla), probabilmente lo sarebbe per il terzo motivo.
Premetto che non conosco il bianco e nero, mi spiego: questo tipo di fotografia ha regole e logiche sue, diverse da quelle della fotografia a colori e che, in tutta onestà, non conosco. Ciò che so invece è che, un po' per un fraintendimento di fondo e un po' a causa di Istagram & company, nella testa di moltissime persone si è radicata l'equivalenza "foto in bianco e nero = foto artistica". Questo modo di giudicare le fotografie è decisamente sbagliato: la bellezza di una fotografia non sta solamente nella presenza o assenza di colore ma sta invece nel buon utilizzo dello stesso (o del bianco e nero). Frequentemente (lo faccio anche io, ma sono in buona compagnia guardando i social network e vari blog) tendiamo a pensare che il bianco e nero sia un valore aggiunto alle nostre immagini, ma non è così: se scattiamo una brutta fotografia, non diventa bella trasformandola in bianco e nero così come una torta fatta con il gesso in polvere al posto della farina non diventa buona solo perché gli spalmiamo sopra un po' di Nutella.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
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